DONNE E BICICLETTA
In 18 al corso del servizio immigrazione, anche un’italiana: «Ero una palla al piede»

(Ed. VENEZIA)
Hanno partecipato in 18 al corso "Donne in bicicletta", promosso dal Servizio Immigrazione del Comune di Venezia, e tutte hanno ottenuto il risultato sperato. Molte di loro, infatti, sono già alle prese con l'acquisto di una bici nuova. Sono quasi tutte immigrate e molte non hanno mai utilizzato la bici. «Io usavo solo la barca - racconta Letiz Melville, arrivata a Mestre dall'Ecuador - Qui a Mestre invece mio figlio andava in bici e io dovevo seguirlo a piedi. Ora in bicicletta ci andiamo insieme». Per imparare hanno seguito quattro lezioni, alcune teoriche sulle regole della strada, tenuta da due agenti della Polizia Municipale, le altre pratiche sulla nuova pista di educazione stradale del Parco di San Giuliano. Hanno provato a salire in sella e a stare in equilibrio, aiutate da un istruttore, e poi hanno imparato ad utilizzare i freni e a cambiare le ruote. «Avevo provato tante volte da sola ma continuavo a cadere - racconta Ramia, che è nata in Giordania - Col maestro invece è stato facile». Sofia invece ha apprezzato così tanto la "libertà" della bicicletta che ora pensa di iscriversi a scuola guida. L'unica italiana del gruppo è Anna: «Ero una palla al piede ma finalmente non dovrò più dire di no alle gite con gli amici». Per illustrare il progetto, proposta dal servizio immigrazione in collaborazione con l'Ufficio biciclette, la sezione Educazione stradale della Polizia Municipale, il Centro multiculturale del Centro Donna, l'Istituzione Bosco e Grandi parchi e l'Unione italiana Sport per tutti (Uisp), è stato realizzato un video, presentato ieri mattina alla Biblioteca Civica VEZ. (M.Fus)